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Zlatko Dedic è uno dei più positivi in un’annata grigia

 

STAGIONE 2007/2008

 

SERIE B

 

Le speranze suscitate dall’ottimo quarto posto ottenuto nella stagione 2006/07 vengono rapidamente disilluse. L’estate 2007 vede da un lato i proclami dell’amministratore delegato Riccardi, che lancia lo slogan “In serie A a modo nostro”, ovvero a costo zero o quasi; dall’altro lato, il giocattolo costruito da Iachini viene smantellato nei suoi elementi cardine.

Il tecnico marchigiano, giunto al termine del ciclo triennale programmato al suo arrivo, viene lasciato libero di accasarsi al Chievo, appena retrocesso dalla massima serie. Coppola torna al Milan, Nocerino alla Juve in cambio di contanti e giocatori, Campagnaro passa alla Sampdoria e Cacia viene ceduto alla Fiorentina, che lo lascia a Piacenza giusto il tempo di completare la convalescenza dopo l’infortunio. La squadra che apparentemente sembra poco diversa da quella dell’anno precedente ne è in realtà una copia sbiadita, anche perché molti giocatori si presentano all’avvio di stagione in condizioni fisiche inadeguate. Gli acquisti di maggior nome non rendono: il franco-marocchino Kharja, ex Roma e svincolatosi dalla Ternana, è reduce da un anno di inattività e ha accettato Piacenza controvoglia. L’ex capitano del Chievo D’Anna ha ormai 35 anni, il fantasista paraguaiano Guzmán che in gioventù era considerato l’erede di Del Piero accusa spaventose fragilità muscolari. Manca anche, ed è un grave errore, un sostituto di Cacia più consistente dell’impalpabile Simón.

Sulla panchina spunta a sorpresa Felice Secondini, l’ex terzino del Piacenza di Fabbri. In realtà si tratta di un incarico fittizio, perché l’allenatore effettivo è Gian Marco Remondina, che aveva fatto bene a Sassuolo in C1 ma non ha il patentino per allenare in serie B. La coppia riprende il cliché tattico del Piacenza di Iachini, ma è una riedizione molle, poco pungente e psicologicamente fragile. Due sconfitte in apertura di campionato instillano la paura, si tira avanti fino alla sconfitta di Pisa in ottobre poi scatta l’esonero e a Remondina subentra Mario Somma, ex Empoli e Brescia. Somma si pone subito come personaggio sopra le righe: parla di playoff, di risultati e di spettacolo, rivoluziona l’assetto tattico inventando posizioni nuove, ma finisce per produrre più fumo che arrosto. La squadra non decolla, in compenso crollano le presenze allo stadio: la media a fine stagione è di poco superiore alle 3.000 unità.

Robusti gli innesti di mercato a gennaio: si incassa con le cessioni di Kharja e Migliónico, arrivano gli attaccanti Dedič e Tulli oltre alla mezzapunta Serafini, pupillo di Somma. Solo il primo si rivelerà acquisto azzeccato, gli altri si aggregano al gruppetto delle delusioni stagionali. Si resta in linea di galleggiamento grazie ai rigori di Dedič e a una fondamentale vittoria a La Spezia, dove il portiere di riserva Maurantonio para un penalty allo scadere. È l’avvio del mese più felice, nel quale cinque vittorie in sei partite allontanano definitivamente il Piacenza dalle zone calde. Ma è anche il preludio al solito finale di stagione stanco, nel quale gli unici motivi di interesse sono le dichiarazioni a effetto di Somma e il lancio di diversi ragazzi del vivaio. Con Tommaso Bianchi e Nainggolan sempre più stabilmente nel giro dei titolari esordiscono anche il terzino Calderoni e Simone Guerra, attaccante sannicolino della brillante primavera di Luciano Bruni.

 

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