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Esplode Carlo Girometta da Castelsangiovanni: lo aspettano Berlino e poi la serie A con il Brescia

STAGIONE 1935/1936

 

SERIE C girone B

 

Il nuovo campionato di serie C, che sostituisce la Prima Divisione al terzo livello del calcio italiano, risulta inevitabilmente più competitivo rispetto alle stagioni precedenti. Perciò il Piacenza, di fatto neopromosso, vara un’importante campagna di rafforzamento.

I giovani che tanto bene avevano fatto nella stagione precedente sono integrati da elementi esperti, come il mediano Ratti, rilevato dallo sfascio del Pavia, e la mezzala Poli, che compensano la lunga assenza di Resmini fermato da problemi al menisco. Due graditi ritorni: dopo la parentesi parmense rientrano Pitìn Cella (miglior realizzatore dei ducali nella stagione precedente) e Antonio Rossetti, che si affiancano a Zanasi tornato in piena efficienza come uomini-guida della formazione ancora allenata da Corna. Confermati, nei ruoli chiave di centromediano e centravanti, i giovani Puppo e Girometta.

L’obiettivo di un campionato tranquillo, su cui costruire un Piacenza da serie B, viene ampiamente raggiunto. I biancorossi hanno un andamento un po’ discontinuo (13 vittorie sono compensate da 12 sconfitte), accusando una flessione di rendimento soprattutto nel girone di ritorno: 13 punti conquistati contro i 18 dell’andata. Si fa però notare il reparto offensivo, che numeri alla mano è il secondo del girone. Girometta segna a raffica, esaltando le sue doti di “sfondatore” in prima linea: alla fine saranno 25 le reti, gli tiene compagnia Cella che ne realizza 17 mentre all’ala sinistra si alternano il veterano Rossetti e il giovane Chiesa. Da segnalare i molti derby stagionali, pur con esiti spesso infelici: a quelli tradizionali con Parma e Reggiana si aggiunge per la prima volta lo scontro in partite ufficiali con la Cremonese, retrocessa dalla serie B e subito promossa.

Al di là del settimo posto finale, la maggior soddisfazione arriva in estate quando Vittorio Pozzo convoca Puppo e Girometta come riserve nell’Italia impegnata nelle Olimpiadi di Berlino. Anche senza mai essere impiegati, i due giovani biancorossi partecipano alla vittoriosa spedizione azzurra che rappresenterà per loro il trampolino di lancio per una brillante carriera.

 

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