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Stevan

 

Tra i più positivi di una stagione da dimenticare c’è l’ala Tiziano Stevan, uno dei pochi della vecchia guardia

STAGIONE 1970/1971

 

SERIE C girone A

 

Dopo la retrocessione Romagnoli torna a ricoprire la carica presidenziale e usa il pugno di ferro contro una squadra rea, a suo dire, di non aver corrisposto le aspettative. Già a caldo, dopo lo 0-5 contro il Varese, annuncia che avrebbe fatto “tabula rasa” del parco giocatori, e mantiene la parola.

Arcari e Casati sono confermati, e hanno carta bianca (e parecchio denaro) per ricostruire da zero la rosa. Rimangono solo Montanari, promosso a capitano, Zoff e Franzoni, a cui si aggiungono in autunno i reintegrati Stevan e Robbiati. Gli altri vengono tutti posti in lista condizionata e diversi sono ceduti a novembre; tra questi c’è anche lo storico capitano Favari, che lascia Piacenza dopo 9 anni e 273 partite di campionato.

Arriva al loro posto una nidiata di giovani e giovanissimi, oltre a qualche elemento appena più navigato come il portiere Fioravanti e la mezzala Iacolino, entrambi dalla Juventus. Sono giocatori considerati tra i migliori talenti in circolazione, strappati ai settori giovanili delle grandi società o a squadre minori. Tra i nuovi acquisti, due calciatori destinati a lunga militanza: il portiere Lazzara e l’ala Cornaro, ben presto riadattato con successo nel ruolo di terzino.

Una squadra così giovane non può avere grandi ambizioni, e infatti si punta a un campionato tranquillo per far crescere i nuovi biancorossi. Arcari imposta un gioco manovrato e palleggiato, si arriva con eleganza fino alla trequarti, poi però ci si perde al momento del tiro complici l’inesperienza, la mancanza di mordente agonistico e l’assenza di un uomo-gol. E la difesa da parte sua non appare impenetrabile, pur contando su un eccellente Fioravanti.

Si entra in un lunghissimo tunnel di risultati negativi, per 14 giornate la vittoria resta un’utopia, la classifica diventa allarmante. La sconfitta interna contro il Seregno (novanta minuti di assedio alla porta lombarda, un rigore fallito da Iacolino e due reti subite in contropiede) sembra aprire il baratro della serie D, invece la squadra ha un’impennata di orgoglio: batte il Rovereto, vince a Lecco e piega il Treviso, con Montanari in versione goleador dopo lunghi problemi al menisco. È l’inizio della ripresa, proprio mentre Casati rassegna le dimissioni: il manager varesino chiude la sua esperienza piacentina con un bilancio completamente fallimentare.

Privo del suo mentore, anche Arcari ha i giorni contati: la sua panchina salta a metà marzo, anche se ufficialmente viene avvicendato per problemi di salute (calcolosi renale). Gli subentra il vice e preparatore dei portieri, Angelo Franzosi, che stila una tabella di marcia di un punto a partita e responsabilizza i senatori coinvolgendoli nelle decisioni tecniche. A suon di pareggi (saranno ben 18 a fine campionato) riassesta la classifica, riportando il Piacenza fuori dalla zona retrocessione; la salvezza matematica arriva alla penultima giornata, con lo 0-0 sul campo del Padova.

 

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