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Gibì Fabbri e Piacenza: amore a prima vista

STAGIONE 1974/1975

 

SERIE C girone A

 

Nell’estate 1974 Loschi tenta il tutto per tutto alla ricerca di una promozione in serie B che appare come una chimera. Cella, a cui era stata affidata una squadra ritenuta di alto livello, non viene confermato dopo due stagioni e mezza sulla panchina biancorossa. Al suo posto si punta su un tecnico ben conosciuto in serie C, Giovan Battista Fabbri detto Gibì.

Abile comunicatore dal carattere forte, poco incline a lasciarsi consigliare, è subito circondato da un alone di popolarità. Ha fatto bene ovunque è andato: alla SPAL, dove ha iniziato nelle giovanili scoprendo Fabio Capello, al Giulianova condotto al secondo posto, al Livorno dove si è dimesso per le ingerenze del presidente nella guida tecnica. Nell’estate del disastroso Mondiale tedesco porta in riva al Po un credo tattico nuovo ispirato al calcio olandese: movimento continuo, sovrapposizione dei terzini, difensori e attaccanti chiamati all’occorrenza a scambiarsi i ruoli, costante vocazione offensiva a scapito talvolta della tenuta difensiva.

È una rivoluzione che richiede drastici interventi sulla rosa. Rimangono i soli Lazzara, Secondini (convertito stabilmente a terzino destro), Righi e Gottardo, ritenuti adatti al nuovo gioco, e arrivano numerosi fedelissimi di Gibì che già ne conoscono le idee. In difesa gli esperti Pasetti (ex SPAL, Juventus e Palermo) e Manera, moderno terzino d’attacco; a centrocampo il tornante Valentini insieme alla mezzala Regali, proveniente dal Parma in cambio di Corbellini e Barone. Al centro dell’attacco si punta su un bomber di provata affidabilità come il friulano Bruno Zanolla, che sarà affiancato a campionato in corso dalla mezzapunta Giorgio Gambin, altro “pallino” di Fabbri.

Cambiamenti profondi, che richiedono qualche tempo per essere metabolizzati. Monza e Udinese sono le grandi favorite, il Piacenza parte come possibile outsider. L’esordio è subito un passo falso: la matricola Sant’Angelo degli ex Calzolari e Guerrino Rossi passa alla Galleana (0-2). Ma già dalla settimana successiva si ha un assaggio delle potenzialità offensive del nuovo Piacenza, che vince 4-1 a Vigevano e poi piega in casa il Monza con un gol di Zanolla. La vetta viene raggiunta a novembre e non sarà più abbandonata, la marcia procede a suon di gol mentre la città si affeziona sempre di più a tecnico e giocatori capaci di offrire risultati, gioco e spettacolo dopo anni grigi. Sandro Mazzola dichiara alla Domenica Sportiva che il Piacenza è addirittura la squadra che gioca il miglior calcio d’Italia.

L’unico momento di crisi arriva all’inizio del girone di ritorno. Il Vigevano, sotto 2-0 dopo mezz’ora, vince 5-2 alla Galleana, e la settimana dopo arriva la sconfitta nello scontro diretto di Monza. La difesa sale sul banco degli imputati e ne fa le spese Lazzara, sostituito fino a fine stagione dal giovane Moscatelli. Due pareggi per riprendersi, poi i biancorossi accelerano: 12 vittorie nelle ultime 14 giornate mettono in ghiaccio il discorso promozione. Lo 0-0 di Vercelli consegna al Piacenza la serie B con tre turni di anticipo, il tennistico 6-2 al Clodiasottomarina è una festa per tutti: Zanolla, dopo aver affrontato l’esame di maturità, si sfoga con una tripletta chiudendo il campionato con un bottino personale di 23 reti e il titolo di capocannoniere. Al totale di 69 gol realizzati contribuiscono anche Gambin (12 reti) e Gottardo (11 reti), e vengono stabiliti i record di maggior numero di vittorie (24, poi superato nel 2016) e di punti (57, ben sette in più del Monza secondo classificato).

 

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