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Sergio Montanari sfiora soltanto una clamorosa salvezza in rimonta

STAGIONE 1982/1983

 

SERIE C1 girone A

 

 

NEL BARATRO DELLA C2

 

La crisi societaria apertasi di fatto col disimpegno di Loschi non accenna a diminuire di gravità. Mori si dimette “per pressanti impegni professionali” e il nuovo presidente è il commerciante di stoffe Luciano Angelini; Loschi rimane come direttore sportivo. Confermato il tecnico Meciani, la nuova squadra allestita per il campionato (indebolita da diverse partenze illustri come Mendoza e Skoglund e con un organico inizialmente all’osso) parte bene, ma ben presto cade in una crisi profonda. Loschi si dimette dopo aver operato un’autentica rivoluzione novembrina che porta in biancorosso ben 6 nuovi giocatori (Caricola, Comba, Tonali, Mura, Mandressi e Locatelli). La società sbanda paurosamente e si trova in difficoltà economiche, e ne fa le spese Meciani (che spara a zero sui dirigenti). Lo stop di Treviso porta sulla panchina il navigato Stefano Angeleri, “mister pareggio”, che riassesta la delicata classifica e ricompatta il gruppo. Un mese di rovesci culminati con il tonfo di Brescia nello scontro diretto, però, convince (forse a torto) la società dell’inevitabile retrocessione, e Angeleri viene sostituito dalla storica “bandiera” biancorossa nonché suo vice, Montanari. Che sfiora il miracolo: il Piacenza batte Parma, Spal, Forlì e Vicenza all’ultima giornata, ma i risultati dagli altri campi e una classifica avulsa che coinvolge ben 5 squadre condannano la formazione biancorossa all’inferno della C2.

 

 

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