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Cagni come Rota: porta il Piacenza ad una storica salvezza, poi se ne va

 

STAGIONE 1995/1996

 

SERIE A

 

 

IL GUSTO DOLCE DELLA PRIMA VOLTA

 

Forse ricordare Udine ad un tifoso piacentino non fa lo stesso effetto che parlare di Cosenza o Napoli. Eppure è proprio allo stadio Friuli che si consuma una pagina storica del Piacenza Calcio: pareggiando 0-0, gli uomini di Cagni conquistano, per la prima volta, la permanenza in serie A. Ci erano andati vicinissimi già due anni prima, ora il miracolo è compiuto. Partendo, è bene sottolinearlo, da premesse poco incoraggianti: il mercato estivo aveva sottratto ai biancorossi tre colonne come il sempiterno Papais e i due bomber Inzaghi e, soprattutto, De Vitis, l’amato capitano. Piombano volti nuovi: Corini e Carbone, talenti inespressi del nostro calcio; Di Francesco, peperino della Lucchese che arriverà in Nazionale; il cavallo di ritorno Cappellini, già a Piacenza agli albori dell’era Cagni; ma soprattutto Nicola Caccia, che non farà rimpiangere Pippo e Totò: i suoi 14 gol valgono la salvezza. Un risultato sudato, ottenuto tra momenti di crisi e parentesi esaltanti (l’epica vittoria con l’Inter nella nebbia) e conseguito addirittura con una giornata di anticipo. Roba da pazzi, se si pensa con che piede era partito il Piacenza (eliminazione in Coppa Italia per mano del Forlì...), il sesto targato Cagni. Già, Cagni. Era nell’aria l’addio da un anno, al termine della stagione diventa ufficiale: non Napoli, non la Milano nerazzurra, Gigi riparte dalla provincia, a Verona, dove ritrova De Vitis.

 

 

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