Stefano GARILLI

 

 

* 2/12/1957 Milano

 

Il figlio secondogenito dell’Ingegnere, come da tradizione familiare, viene ben presto inserito nelle numerose attività delle aziende di famiglia. La Camuzzi, ovviamente. Ma anche il Piacenza, di cui sarà consigliere fin dai primissimi anni dell’era Garilli. Rispetto al fratello maggiore mantiene una posizione più defilata nell’organigramma; stupisce perciò la scelta del consiglio di amministrazione che nel gennaio 1997, dovendo ridisegnare gli assetti societari dopo la morte di Leonardo, lo designa come nuovo presidente del Piacenza, affiancato da Fabrizio come vicepresidente. Alla prova dei fatti, però, il rampollo si dimostra all’altezza della situazione mantenendosi nel solco paterno: si affida a uomini e strutture collaudati, non modifica l’italian style pur senza chiusure ideologiche allo straniero, è presenza costante e tangibile ma senza mai interferire nella gestione tecnica. Colleziona tre salvezze consecutive, pur avvertendo nettamente le prime avvisaglie dell’avvento del cosiddetto calcio moderno, quello in cui per realtà piccole e a misura d’uomo come Piacenza non c’è più posto: memorabile in questo senso un’intervista in cui tuona contro l’aumento vertiginoso di costi e ingaggi dei giocatori. È l’estate 1999, nessuno immagina che di lì a poco la sua avventura alla presidenza volgerà al capolinea. La punta dell’iceberg è la disastrosa stagione del Piacenza, ma dietro alle sue dimissioni del dicembre 1999 c’è molto di più: la resa dei conti con il fratello Fabrizio. Divisi da visioni e strategie diverse nel gestire i due rami delle aziende di famiglia (quello italiano, in carico a Stefano, e quello argentino), i due fratelli arrivano al punto di rottura che porta all’uscita di scena di Stefano, a cui vengono liquidate le quote. Da quel momento trasferirà il grosso dei suoi interessi in Argentina, senza più occuparsi di calcio e declinando gli inviti a ritornare provenienti a più riprese dalla piazza piacentina, di fronte ai vari problemi esplosi nel decennio successivo.