LO SPAREGGIO: CAGLIARI – PIACENZA 1-3

Napoli, stadio S.Paolo, 15 giugno 1997

 

IL TABELLINO

 

CAGLIARI: Sterchele; Pancaro, Minotti, Scugugia, Bettarini; Muzzi (74’ Tinkler), Berretta, Sanna (46’ Cozza), O’Neill; Dario Silva, Tovalieri. A disposizione: 12 Abate, 33 Taccola, 19 Bressan. All. Mazzone.

PIACENZA: Taibi; Lucci; Polonia, Conte, Tramezzani; Di Francesco, Scienza, Valoti (85’ Maccoppi); Valtolina (50’ Pari), Luiso, Piovani (87’ Moretti). A disposizione: 12 Marcon, 15 Pin, 23 Zerbini, 18 Tentoni. All. Mutti.

ARBITRO: Braschi di Prato.

Marcatori: 5’ Luiso, 38’ aut. Berretta (P), 65’ Tovalieri (C), 91’ Luiso (P).

Note: al 42’ Sterchele (C) ha parato un rigore calciato da Valtolina.

 

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Dodici anni esatti dopo la grande beffa di Firenze, il Piacenza torna a giocarsi una stagione intera in 90’. L’arena è quella del San Paolo di Napoli, l’avversario l’agguerritissimo Cagliari di Carletto Mazzone. Entrambe le squadre arrivano all’appuntamento finale dopo aver ribaltato una difficile situazione all’ultima giornata: i sardi hanno vinto a San Siro contro il Milan (in modo pericolosamente simile a quello della Reggiana nel ’94), i biancorossi hanno superato il Perugia in quello che di fatto era un antipasto di spareggio, condannandolo alla serie B. Agli umbri infatti sarebbe bastato un pari per salvarsi ai danni di Piacenza e Cagliari.

Lino Mutti, già in procinto di passare al Napoli, deve fare a meno dello squalificato Delli Carri ma recupera Polonia e soprattutto Di Francesco, che ha rifiutato la prima convocazione in Nazionale per servire la causa biancorossa. Il tecnico bergamasco punta sulla serenità del gruppo e sui gol del ritrovato Pasquale Luiso, il “Toro di Sora”, per riuscire nell’impresa. Mazzone, al contrario, carica oltremodo i suoi, spronati anche da una folta rappresentanza di tifosi.

I supporter piacentini accorrono in massa e sono presenti in circa 4000 unità. I cagliaritani sono molti di più, circa 11mila: ma vengono ammutoliti nel giro di cinque minuti.

Valtolina taglia il campo e apre per l’accorrente Di Francesco: botta in diagonale ribattuta da Sterchele, ma sulla palla piomba Luiso. L’incornata del bomber non è pulita ma è vincente: Piacenza in vantaggio.

Il Cagliari prova a reagire, ma va a sbattere contro la muraglia eretta da un monumentale Taibi e dal libero in smoking Lucci, capitano in versione extralusso. La pressione cala, il Piace rimette fuori il naso e Piovani conquista una punizione al limite dell’area. Scienza spara la consueta, terrificante sventola che però viene deviata in maniera decisiva da Berretta in barriera alle spalle di Sterchele. 2-0, partita tutta in discesa.

I sardi adesso non ci capiscono più niente. Luiso affonda in area da destra e viene affrontato dall’incerto Scugugia. Braschi concede un rigore non limpidissimo. Sul dischetto, un po’ a sorpresa, va Valtolina: destro troppo centrale, Sterchele ribatte. Si va al riposo sul 2-0 tra i rimpianti.

L’episodio scuote il Cagliari. Mazzone getta nella mischia il peperino Cozza per l’inutile Sanna e il secondo tempo diventa un assalto all’arma bianca alla porta di Taibi. Mutti si copre: dentro Pari per Valtolina. A forza di premere, Cozza trova il varco giusto per il “Cobra” Tovalieri: solo e maestoso in mezzo all’area, prende la mira e fa secco Taibi con un diagonale mancino. La paura di non farcela attanaglia i biancorossi, Mutti alza la contraerea con Maccoppi, poi si gioca la carta Moretti per Piovani. E il genietto romano in cinque minuti lascia il segno: con uno splendido colpo di tacco libera Tramezzani in contropiede. Il cross basso del terzino trova Luiso solo nell’area sarda: sinistro maligno e palla alle spalle di Sterchele. È il 91’: adesso è proprio finita. I tifosi piacentini possono gridare la loro gioia per la seconda salvezza consecutiva. Luiso si consacra bomber di razza (e finirà per voler andarsene). Valoti e Conte rimangono in mutande dalla felicità, mentre Tovalieri, biancorosso mancato, piange per la retrocessione del Cagliari.

Il presidente Stefano Garilli dedica la vittoria al padre, l’Ingegnere, che ha dovuto accontentarsi di seguire i suoi ragazzi dal Cielo.

Poi ci sono gli addii. Mutti va al Napoli, Di Francesco alla Roma (ma da lì tornerà qualche anno più tardi). Lasciano definitivamente Piacenza quattro eroi dell’era Cagni. Taibi passa al Milan che lo aveva lanciato, ma avrà poca fortuna in rossonero. Lucci, il capitano del dopo-De Vitis, va a spendere gli ultimi spiccioli di carriera a Verona, con Cagni e Totò. “Non c’erano più stimoli per continuare, il mio ciclo è finito”, dice. Con lui lascia anche Maccoppi, che a 35 anni appende le scarpette al chiodo per intraprendere la carriera di allenatore. Infine, Moretti. Decisivo negli scampoli di partita giocati (spareggio compreso), se ne va dopo 9 stagioni in biancorosso per cercare spazio in prestito a Pescara. Tornerà nel 1998, ma farà subito (e definitivamente) le valigie per Siena.

 

 

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