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Puppo

 

Dalla Cina con furore: il sedicenne Sandro Puppo si impone subito come titolare inamovibile

STAGIONE 1934/1935

 

Prima Divisione girone E

 

Dopo aver mancato la serie B di un soffio, il Piacenza si trova in gravi difficoltà economiche e di conseguenza deve impoverire massicciamente i propri ranghi, oltre a finire sotto gestione commissariale. Troppo scarsi gli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso (le sole fonti di sostentamento all’epoca), a fronte dei rimborsi spese dovuti ai giocatori. Qualche cifra per curiosità: i rimborsi si aggiravano sulle 200 lire mensili, il premio per la vittoria fuori casa era di 50 lire, mentre la vittoria interna valeva la metà.

Vendere e sfoltire è quindi scelta obbligata: via Gavazzi e Masserotti, Amapane e Antona terminano il servizio militare, Pitin Cella e Rossetti vengono ceduti agli arcirivali del Parma. Resmini inizialmente viene ceduti alla Sanremese ma non si accorda con i liguri e resta in biancorosso. Lascia definitivamente anche la bandiera Bolledi, e per qualche mese interrompe l’attività per infortunio pure Zanasi, salvo poi riprendere a gennaio. Corna viene sostituito da “Nino” Rinaldi, già riserva del Piacenza negli anni Venti; si punta sui piacentini esperti rimasti in organico (Benassi, Loranzi, Resmini, Tammi) e per il resto ampio spazio a giovani e giovanissimi. Al centro dell’attacco il castellano Girometta viene promosso titolare: non deluderà. Al suo fianco, il diciottenne Chiesa nato a Zurigo ma originario di Gossolengo; tra i pali, il ventenne Barbieri, che vestirà il biancorosso per diversi anni. Il ruolo di centromediano, dopo un infortunio di Benassi e una prova negativa della riserva Benedetti, viene affidato su indicazione di Girometta a un ragazzone piacentino di soli 16 anni, appena rientrato con la famiglia da Shanghai: è Sandro Puppo, elemento di grande classe che vestirà anche le maglie di Ambrosiana, Venezia e Roma.

Su queste premesse il campionato si pronostica assai difficile, anche perché solo le prime sei si sarebbero qualificate alla nuova serie C. Invece i biancorossi si segnalano subito tra le migliori squadre, nonostante diverse sconfitte tra novembre e dicembre li facciano precipitare in classifica complici gli infortuni a catena di Benassi e Resmini. A febbraio, in concomitanza con un rimpasto dirigenziale (a Eugenio Bertini subentra Luigi Tosca come presidente) torna Corna alla conduzione della squadra, che migliora nettamente il suo rendimento. Pur senza raggiungere le finali promozione, il terzo posto ottenuto consente al Piacenza di centrare l’obiettivo dell’ammissione in serie C, con una giornata di anticipo. Un risultato arrivato grazie anche a quei giovani accolti con un misto di fiducia e scetticismo.

 

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