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15 reti per il giovane Filippo Inzaghi, con Piovani e Totò in un tridente fortissimo

 

STAGIONE 1994/1995

 

SERIE B

 

L’incredibile epilogo del primo campionato di serie A lascia il segno. Garilli si prende qualche giorno per riflettere sul suo impegno in una realtà che lo ha deluso apertamente, poi prevale lo spirito di rivincita dell’imprenditore e rilancia la sfida.

Ancora una volta la squadra rimane praticamente inalterata, nonostante qualche malumore di chi, come Turrini, ha richieste importanti e non viene ceduto. Salutano solo Chiti, Carannante e Ferazzoli, oltre al poco rimpianto Ferrante sostituito dal rientro del giovane Inzaghi che ha segnato 26 reti in due stagioni in prestito tra Leffe e Verona. Si punta forte su di lui e considerata la ritrovata efficienza fisica di De Vitis, Cagni decide di rivoluzionare l’assetto tattico: De Vitis e Inzaghi di punta, Piovani tornante, Turrini arretrato a centrocampo dove giostra anche Moretti, con il solo Papais (e in seguito Minaudo) in copertura. È una squadra spregiudicata, che può permettersi di esserlo solo grazie a una superiorità schiacciante e alla rabbia per la retrocessione sfogata sul campo.

Dopo tre pareggi iniziali, infatti, la marcia diventa inarrestabile: la prima sconfitta in campionato arriva soltanto l’11 dicembre 1994, sul campo dell’Ancona. Nel mezzo, prove di forza come il 3-0 al Palermo (tripletta di Inzaghi), cinque successi di fila tra cui le vittorie di Salerno e Ascoli e il raggiungimento degli ottavi di finale in Coppa Italia, dove l’eliminazione arriva solo per mano della quotata Lazio di Zeman. Meno brillante, invece, il comportamento nella sottovalutata Coppa Anglo-Italiana, chiusa con l’eliminazione nel girone iniziale. È un Piacenza che conosce pochi ostacoli, e supera senza patemi anche le difficoltà: un periodo di flessione tra dicembre e gennaio, il grave infortunio di Maccoppi che si frattura tibia e perone contro il Cesena e viene sostituito stabilmente dal terzino Rossini. Suppa, Papais e Iacobelli si dimostrano rincalzi di lusso, mentre Piovani scopre una vena realizzativa inusuale: realizza ben 15 reti, 11 delle quali da fuori area a conferma delle sue capacità balistiche.

Dopo la leggera flessione tra dicembre e gennaio arriva l’accelerazione decisiva: sei vittorie consecutive nel segno di Inzaghi e De Vitis. Totò non è più il cecchino implacabile di due anni prima, ma contro la Salernitana trova la via della rete per quattro volte, e la settimana dopo anche l’Ascoli cade alla Galleana di goleada (4-0). Il vantaggio in classifica si fa abissale (+11 sull’Udinese seconda), la promozione arriva addirittura con cinque giornate di anticipo, grazie alla vittoria sull’Ancona.

Il finale vede l’inevitabile rallentamento della marcia, tra comprensibili cali di stimoli e maggior spazio ai rincalzi. Si perdono quattro delle cinque partite finali, fa discutere il pesante 1-5 subito dall’Atalanta del solito Mondonico. Nonostante l’appannamento i numeri restano da record: 71 punti, seconda miglior difesa (27 reti subite), 42 gol realizzati dal trio d’attacco Piovani-De Vitis-Inzaghi.

 

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