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La grinta di Vincenzo Guerini, artefice di una grande rimonta

 

STAGIONE 1997/1998

 

SERIE A

 

 

SUL FILO DEL RASOIO

 

D’accordo, l’epico spareggio di Napoli di un anno prima rappresenta una salvezza colta ancora di più in “zona Cesarini”; ma si ha la conferma di come il Piacenza abbia recuperato la (cattiva) abitudine di rimandare ogni verdetto all’ultimo momento. Così è, infatti, la salvezza nel campionato 97/98, raggiunta all’ultima giornata in quel di Lecce (3-1 il risultato finale) e a lungo insperata. Perché la formazione biancorossa, ora affidata a Vincenzo Guerini (Mutti, il primo erede di Cagni, si era trasferito al disastroso Napoli dell’epoca), ha stentato non poco a ingranare. Il primo successo, arrivato in trasferta (non succedeva dal 1993, a Genova, gol di Turrini) a Empoli, è giunto solo alla 10° giornata; prima, solo 4 punti e l’ultimo posto in classifica. E’ vero che il mercato, ancora una volta, aveva inciso pesantemente: se ne erano andati, infatti, Taibi (Milan), Di Francesco (Roma), Moretti (che lascia il biancorosso dopo dieci anni), ma soprattutto Luiso (Vicenza). Erano arrivati però giocatori di grande prestigio ed esperienza, come Giovanni Stroppa (ex Milan, Lazio e Udinese) e Pietro Vierchowod, 38enne immarcescibile ex bandiera della Samp scudettata, ex nazionale e ora pilastro insostituibile della difesa piacentina. Per sostituire i gol di Luiso, invece, non sono bastati né l’ariete Murgita, né Dionigi, capocannoniere della B l’anno prima, né la guizzante ala Rastelli. Ci penseranno anche altri a fare i gol, e che gol: indimenticabile la rovesciata di Valtolina a tempo scaduto contro la Roma, che spianerà ai biancorossi la strada per la salvezza.

 

 

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