Antonio (Totò) DE VITIS
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* 16/5/1964 Lecce Centravanti
È forse il giocatore che rappresenta più di tutti il Grande Piacenza di Cagni promosso per la prima volta in serie A. Non solo
perché capitano e bomber, ma anche per il legame speciale con la città, dove
si è stabilito alla fine della carriera e dove è nato il figlio Alessandro,
anch’esso calciatore. Scommette su di lui la società nel 1991 quando Marchetti lo preleva dall’Udinese: è reduce da un
gravissimo infortunio al ginocchio, diventa immediatamente il
centravanti-tipo per l’idea di gioco di Cagni. Robusto, combattivo, di
baricentro basso, sa fare benissimo il lavoro di sponda ma è anche maestro di
tempismo nell’intervenire sui cross dalle fasce, spesso con soluzioni acrobatiche.
Bagna la sua prima stagione con 17 gol, non abbastanza per vincere la
classifica cannonieri, più che sufficienti per la salvezza e per entrare nel
cuore della tifoseria. Quando Di Fabio lascia
Piacenza è lui il nuovo capitano, e trascina i biancorossi verso un traguardo
impensabile, la serie A. E’ ancora vice capocannoniere con altri 19 gol,
alcuni meravigliosi come il tacco volante che stende il Verona. Lo attende la
massima serie in cui non è mai riuscito a sfondare, e ancora una volta
incontra difficoltà: è tormentato da continui problemi al ginocchio, gioca
poco e segna un solo gol nel derby con la Cremonese. Si rimette in forma per
l’anno dopo, nello squadrone iper-offensivo che ammazza la serie B diventa
più centravanti boa per aprire varchi a Piovani e Inzaghi. Contribuisce comunque alla promozione con
altri 12 gol, di cui quattro alla Salernitana in una domenica epica. A fine
stagione, ormai 31enne, il suo ciclo volge al termine: non segue i
biancorossi nella seconda avventura in serie A, va a Verona dove scriverà
lunghi titoli di coda alla carriera ovviamente a suon di gol. Il legame con
Piacenza però resta saldo: quando appende gli scarpini al chiodo nel 1999
entra nei quadri tecnici biancorossi come tecnico delle giovanili, e nel
gennaio 2003 Fabrizio Garilli lo chiama ad
affiancare Fulvio Collovati nell’area tecnica.
Sarà direttore sportivo effettivo per un biennio, dal 2003 al 2005, prima di
essere bruscamente congedato come tanti altri reduci dell’era Cagni all’epoca
coinvolti nelle sorti biancorosse. Torna alla ribalta solo vent’anni più
tardi, dopo aver lavorato come osservatore con Fiorentina, Parma e Sassuolo:
nel 2023 il Piacenza neoretrocesso in serie D gli affida il ruolo di
direttore tecnico del settore giovanile, e pochi mesi più tardi diventa
direttore tecnico della prima squadra quando Rossini
sostituisce Maccarone sulla panchina biancorossa.
Ne scaturiscono due stagioni piuttosto negative, e nell’estate del 2025 torna
ad occuparsi esclusivamente del settore giovanile. |
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